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Subprime con il «trucco», le vittime italiane dei Cdo

dall'inviato Morya Longo

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Mercoledí 10 Dicembre 2008

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I default sono quindi arrivati copiosi e l'ex direttore finanziario ha deciso di cercare un avvocato. Così è partita la causa. «Le insolvenze sul nuovo portafoglio – si legge nell'atto – sono state molto maggiori rispetto alle ragionevoli aspettative di mercato. Otto degli 11 bond inseriti da Barclays, che rappresentano circa l'80% dell'intero portafoglio, sono andati in default causando a Intra la perdita dell'intero investimento nel Cdo sintetico». Intra, insomma, accusa Barclays di avere scaricato nel suo Cdo titoli ad elevato rischio, quando il loro default era già altamente probabile. Barclays – che ha risposto «no comment» alle nostre richieste – nella sua prima memoria difensiva ha respinto ogni accusa: «Il Cdo è stato strutturato seguendo le richieste di Intra»; «Barclays non ha mai raccomandato il titolo»; «Il portafoglio iniziale aveva già un rating medio di BB, quindi ad alto rischio»; «Barclays aveva il mandato per gestire il portafoglio»; e così via.

Contagio mondiale
Se fosse isolata, la storia di Intra sarebbe un caso di investimento sfortunato. Ma gli esempi sono tanti, in tutto il mondo. Hsh Nordbank, un istituto di credito tedesco, ha per esempio fatto causa a Ubs per un motivo simile: ha comprato un Cdo su cui operava una "commissione" di gestione. Peccato che, ha poi scoperto la banca tedesca, la gestione veniva fatta da un solo individuo che ha operato in modo quantomeno discutibile: nel febbraio 2007 – si legge nella causa – «Ubs ha tolto dal portafoglio sottostante 555 milioni di dollari di crediti stabili e li ha sostituiti con due soli titoli legati all'indice dei mutui subprime Usa». Perdite: 275 milioni.

La banca Usa M&T ha fatto una causa simile. Idem le municipalità australiane. E le scuole del Wisconsin. E la Cassa di Risparmio di San Marino (come scritto mesi fa dal Sole-24 Ore). E, si dice, anche enti caritatevoli. E tanti altri. La lista è lunga, nessuno sa quanto. L'Ocse stimava a metà 2007 che il mercato mondiale dei Cdo ammontasse a 1.300 miliardi di dollari. In questo mare ci sono due tipi di Cdo: quelli pubblici (emessi sul mercato) e quelli fatti su misura per singoli grossi clienti. Ed è su questi ultimi che sono più frequenti le sorprese negative. Forse si tratta di sfortuna. Forse, in qualche caso, di dolo. Saranno i Tribunali a dirlo. Ma una cosa è certa: i Cdo sono stati in tanti casi il "cavallo di Troia" che ha portato i mutui subprime in giro per il mondo. Italia inclusa.
m.longo@ilsole24ore.com

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